Vibe Coding: quando il linguaggio diventa codice

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Vibe Coding: quando il linguaggio diventa codice

L’arte di trasformare il linguaggio umano in codice informatico utilizzando l’intelligenza artificiale è stata nominata “Parola dell’anno” dal Collins Dictionary. La scelta di quest’anno riflette il modo in cui la tecnologia sta rimodellando il nostro rapporto con il linguaggio e la codifica stessa.

Soprannominato “vibe coding”, il termine è stato coniato da Andrej Karpathy, una figura di spicco nel mondo dell’intelligenza artificiale che in precedenza ha ricoperto ruoli sia in Tesla che in OpenAI. Descrive un approccio rivoluzionario in cui gli utenti possono essenzialmente guidare un’intelligenza artificiale per creare app senza bisogno della conoscenza della codifica tradizionale. Immagina di descrivere le funzionalità dell’app desiderata in un inglese semplice e di far sì che l’intelligenza artificiale traduca tali istruzioni in codice funzionante: questa è l’essenza del “vibe coding”.

Il Collins Dictionary lo definisce come “l’uso dell’intelligenza artificiale stimolata dal linguaggio naturale per assistere nella scrittura del codice informatico”. Hanno osservato un picco significativo nell’utilizzo del termine sin dalla sua comparsa nel febbraio 2025.

Questo cambiamento ha profonde implicazioni per lo sviluppo del software, secondo Alex Beecroft, amministratore delegato di Collins Dictionary. Crede che il “vibe coding” simboleggi “un importante cambiamento nello sviluppo del software in cui l’intelligenza artificiale sta rendendo la codifica più accessibile”. È una potente dimostrazione di come il linguaggio naturale e l’intelligenza artificiale si stanno fondendo per democratizzare la creazione di strumenti digitali.

La scelta di “vibe coding” come Parola dell’anno segue la scelta dell’anno scorso, “monello”, resa popolare dal musicista Charli XCX, che esemplificava l’evoluzione dello slang giovanile. La rosa dei candidati di quest’anno includeva altre parole intriganti che hanno catturato lo spirito del tempo: termini come “aura farming”, “biohacking” e “taskmasking” riflettevano le preoccupazioni contemporanee sull’immagine di sé, sul miglioramento personale e sulle dinamiche del posto di lavoro.

Queste parole selezionate offrono uno sguardo su come la lingua si evolve insieme alle tendenze sociali. Evidenziano la nostra fascinazione per l’influenza della tecnologia su tutto, dall’identità alla produttività, modellando in definitiva il modo in cui comunichiamo e comprendiamo il mondo che ci circonda.